Icona raffigurante la Madonna con Bambino, Pittura su tavola, Riza in rame argentato sbalzato, XIX secolo
Misure: cm 42 x 32
prezzo compreso tra Euro 3.500,00-4.500,00
Oggetto corredato da certificato di autenticità
L’icona proveniente dalle aree greco-ortodosse è stata realizzata nel XIX secolo e presenta una pittura su tavola lignea e una riza in rame sbalzato argentato e dorato.
L’opera raffigura La Madonna con il Bambino. Secondo la tradizione della Chiesa dell’Oriente cristiano, il primo iconografo della Vergine sarebbe stato l’evangelista San Luca, che avrebbe ritratto dal vivo la Madonna secondo tre tipi iconografici principali dai quali derivano le tre tipologie canoniche più diffuse. La Madre di Dio detta “della Tenerezza” (Theotókos Eléousa), tiene il Bambino stretto in un tenero abbraccio; la Madre di Dio detta “Orante” o “del Segno” (Theotókos Panagía) la quale tiene le braccio in segno di preghiera; La Madre di Dio detta “che indica la Via” (Theotókos Hodigítria), con la mano che indica il Bambino fra le sue braccia. A quest’ultima tipologia risponde l’icona in oggetto.
Qui la Madre di Dio indica il Figlio Divino con la mano, come l'unica 'Via di Salvezza'. Si tratta di una rappresentazione mariana particolarmente solenne. La Vergine, rappresentata a mezzo busto, è reclinata verso il Bambino posto alla sua sinistra. Il Figlio di Dio, nonostante sia raffigurato come un infante in braccio alla Madre, è già dotato delle fattezze di un adulto, a significare la sua consapevolezza della predestinazione redentrice, e cioè della sua futura Passione, Morte e Resurrezione a salvezza del genere umano. Gesù impartisce la benedizione con la mano destra.
Un’icona non è semplicemente un dipinto a soggetto religioso. A differenza dell’arte occidentale, che a partire dal 1300 circa si allontana da questa concezione, l’icona è l’invocazione della presenza di ciò che viene raffigurato, una preghiera che passa attraverso la materialità dei colori, delle forme, delle linee.
L’icona favorisce realmente l’incontro con il Signore, con la Madre di Dio, con i Santi per coloro che la accostano con fede. È cioè un sacramentale. Il secondo Concilio di Nicea (787), l’ultimo della Chiesa indivisa, ne ha riconosciuto la legittimità, affermando che “il credente che venera l’icona venera la realtà di chi in essa è stato riprodotto”.
Questa icona è dotata di una ricca riza, ovvero un rivestimento decorativo dell'icona che interessa perlopiù le aureole, lo sfondo e le vesti, lasciando scoperti solo i volti, le mani e i piedi dei personaggi rappresentati). La riza di questa icona è in rame sbalzato e argentato. Si tratta di una pregevole opera di cesellatura con uno stile che ha avuto larga diffusione nell’Ottocento. Presumibilmente l’opera era destinata ad occupare una posizione privilegiata, esposta alla venerazione all'interno di una ricca casa privata. Gli elaborati motivi ornamentali della riza sono enfatizzati grazie alla preziosità dell’oro sulle aureole della Vergine e del Bambino.
Buono stato di conservazione.