Seguace di Sebastiano Conca, prima metà del XVIII secolo
Adorazione dei pastori
Olio su tela, cornice cm L 78 x H 91 x P 4, tela cm L 63 x H 77
Prezzo: trattativa riservata
oggetto corredato da certificato di autenticità
Il pregevole dipinto, realizzato ad olio su tela intorno alla metà del XVIII secolo, raffigura l’Adorazione dei pastori. Il Bambino, posto al centro della composizione emana luce propria per diffonderla sulla Vergine, sugli astanti, sugli angioletti e putti tripudianti in cielo. La Vergine mostra con un delicato gesto il Bambino ai pastori che, attorniati a lui, sono inginocchiati in adorazione. La suggestiva ambientazione notturna conferisce un forte senso scenografico all’insieme.
La capanna, qualche gradino di un edificio, la culla in legno rivestita di paglia e il resto dei personaggi sono in penombra; riverbera su di essi la luce divina rappresentata dallo stesso Bambino, illustrando con efficacia l’affermazione evangelica (Giovanni 8,12) “Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita”. Giuseppe è raffigurato alle spalle della Vergine, anch’egli in penombra e in atteggiamento discreto, nel rispetto di quello che fu il suo ruolo nelle sacre scritture.
L’opera è stata realizzata da un artista attivo a Napoli a metà Settecento e la composizione è ispirata ad una tela di Sebastiano Conca (1680 –1764) o, come più comunemente avveniva al tempo, ad un’incisione tratta dalla celeberrima composizione del Conca per opera di Johann Jakob Frey I (1681-1752), dedicata al cardinale Ottoboni, grande mecenate artistico. Il quadro del Conca fu eseguito anch’esso per il cardinale Pietro Ottoboni verso il 1710 ed oggi è conservato al Paul Getty Museum di Los Angeles. [...]
L’autore della tela in oggetto dimostra una conoscenza sicura dell’Adorazione dei pastori di Sebastiano Conca per Pietro Ottoboni, opera che conobbe grande successo e fu replicata e copiata più volte. Altrettanto l’incisione di Frey ebbe straordinaria diffusione e circolazione, questa testimoniata dalla presenza di diverse opere ad essa ispirata anche con sostanziose varianti. Tra queste si segnala l’Adorazione dei Pastori di Vittorio Amedeo Rapous (1729-1819), pittore attivo in Piemonte ed allievo di Claudio Francesco Beaumont. L’opera, conservata al museo civico alpino “Arnaldo Tazzetti” di Usseglio (TO), fu commissionata dall’Abate Giovanni Pietro Costa entro il 1760, anno in cui l’abate viene a mancare.
L’opera in oggetto risulta essere la rielaborazione di un impianto iconografico che ebbe notevole successo nel Settecento e che, grazie alla notevole diffusione dell’incisione di Frey, fu molto ricercato e commissionato dalla committenza europea del tempo. Tuttavia il pittore non rinunciò ad inserire alcuni varianti e tra queste, la più significativa è la variazione dell’impostazione nei pastori posti in secondo piano a destra della composizione. Nell’incisione di Frey, e nella tela del Conca, vediamo un pastore, con in mano una tromba, mentre indicando il Bambino, si volge dietro a sé con una torsione. Nella nostra tela, l’autore modifica questa impostazione, inserendo due pastori, uno giovane ed uno più anziano, protesi verso il Salvatore in somma adorazione. Tali varianti è possibile che siano state richiesta dalla stessa committenza o che l’autore dell’opera abbia voluto apporre un proprio contributo iconografico quale firma dell’opera.
Carlotta Venegoni
Epoche: Erste Hälfte des 18. Jh.